L'istessa risposta fecero i protestanti, solo dichiarandosi che, sí come desideravano un libero e cristiano concilio in Germania, cosí non potevano consentire in uno dove il papa et i suoi avessero la potestà di conoscere e giudicare le cause della religione. Ma i vescovi insieme con alcuni pochi prencipi catolici altramente risposero: prima confessando che in Germania e nelle altre nazioni erano molti abusi, sette et eresie che non potevano esser estirpate senza un concilio generale; aggiongendo che non potevano acconsentire ad alcuna mutazione di religione, ceremonie e riti, poiché il legato ponteficio offerisce il concilio tra breve tempo, e Sua Maestà è per trattarne con Sua Santità; ma quando il concilio non si potesse celebrare, pregavano che il pontefice e Cesare volessero ordinare un concilio nazionale in Germania, il che, se non piacesse loro, di nuovo si dovesse congregar una dieta per estirpar gli errori; essendo essi determinati d'aderir alla vecchia religione secondo che è contenuta nella Scrittura, concilii, dottrina de' padri et anco ne' recessi imperiali, e massime in quello d'Augusta. Che non consentiranno mai che siano ricevuti gl'articoli concordati nel colloquio, per esser alcuni d'essi superflui, come i quattro primi, e perché vi sono forme di parlar in quelli non conformi alla consuetudine della Chiesa; oltre anco alcuni dogmi, parte dannabili, parte da essere temperati; et ancora perché gli articoli accordati sono di minor momento e gli importanti restano in discordia, e perché i catolici del colloquio avevano concesso troppo a' protestanti, d'onde veniva lesa la riputazione del sommo pontefice e delli Stati catolici; concludevano essere meglio che gli atti del colloquio fossero lasciati al suo luogo e tutto il pertinente alla religione differito al concilio generale o nazionale, o alla dieta.
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