[Cesare abboccatosi col papa, convengono di tenere il concilio a Vicenza, poi in Trento]
Finita la dieta, Cesare passò in Italia, et in Lucca ebbe raggionamento col pontefice sopra il concilio e sopra la guerra de' turchi, e restarono in conclusione che la Santità Sua per ciò mandasse un noncio in Germania per prendere risoluzione nell'una e nell'altra materia nella dieta che doveva esser in Spira nel principio dell'anno seguente, e che il concilio si facesse in Vicenza, sí come già fu appontato. Significò il papa la conclusione al senato veneto, al quale non pareva piú per diversi aspetti essere a proposito che concorresse in quella città tanta moltitudine, e che si trattasse della guerra de' turchi, come s'averebbe al sicuro fatto, o con fine di farla in effetto, o per bella apparenza solamente. Laonde rispose che, per l'accordo fatto da loro nuovamente col Turco, variati i rispetti, non potevano restare nella stessa deliberazione: perché si sarebbe generato nella mente di Solimano sospetto che procurassero di far congiurar i prencipi cristiani contra lui. Onde convenne al papa far altro dissegno. Ma il cardinale Contarini partí molte calonnie nella corte romana, ove era nata opinione che egli avesse qualche affetto alle cose luterane; e quelli che meno male parlavano di lui dicevano che non si era opposto quanto conveniva e che aveva messo in pericolo l'autorità ponteficia. Il papa non si tenne servito di lui, se ben era difeso con tutti li spiriti dal cardinale Fregoso. Ma ritornato al pontefice che si ritrovava in Lucca, aspettando quivi l'imperatore, e reso conto della legazione, gli diede sodisfazzione pienissima.
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