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      E sopra questo fu concluso di non risolver cosa alcuna, sino che il concilio non fosse piú frequente, per veder anco come l'intendono quei di Francia e quei di Spagna. Fu ordinato di rinovare il decreto di Basilea e di Giulio II nel lateranense, che a nissuno pregiudichi sedere fuori di luogo suo. Fu commendata la risoluzione d'aspettar gli avisi del Farnese a determinare il giorno dell'apertura, con molta satisfazzione di don Diego; mostrarono quei pochi vescovi molta divozione et ubedienza al pontefice, sí come fece anco dopo il vescovo di Vercelli, che gionse il dí medesimo, finita la congregazione, insieme col cardinal Polo, terzo legato.
     
     
      [Persecuzione in Provenza]
     
      Mentre che si fa congregazione in Trento per convincere l'eresia col concilio, in Francia l'istesso s'operò con le arme contra certe poche reliquie de' valdesi abitanti nelle Alpi di Provenza, che (come di sopra s'è detto) s'erano conservati dalla ubedienza della Sede romana separati, con altra dottrina e riti, assai però imperfetti e rozzi, li quali, dopo le renovazioni di Zuinglio, avevano con quella dottrina fatto aggionta alla propria e ridotti i riti loro a qualche forma, allora quando Geneva abbracciò la riforma. Contro quelli già alcuni anni dal parlamento d'Ais era stata pronunziata sentenzia, la quale non aveva ricevuto essecuzione. Commandò in questo tempo il re che la sentenzia s'essequisse. Il presidente, congregati i soldati che poté raccorre dalli luoghi vicini e dallo Stato ponteficio d'Avignone, andò armato contra quei miseri, i quali né avevano arme, né pensavano a defendersi se non con la fuga, quei che lo potevano fare.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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