Egli si presentò a' legati e fece loro instanza, per nome del suo re, che ormai si dasse principio, vedendosi quanto bene sia per seguire dalla celebrazione e quanto male dal temporeggiare cosí. Di questo i legati si riputarono offesi, parendogli che era un volere mostrar al mondo il contrario del vero et attribuir a loro quella dimora che nasceva dall'imperatore; e quantonque avessero tra loro risoluto di dissimulare e rispondere con parole generali, nondimeno il cardinale del Monte non poté raffrenare la sua libertà che nel fare la risposta non concludesse in fine, confortandolo ad aspettare don Diego, il quale aveva piú particolari commissioni di lui. Grande era la difficoltà in trattenere e consolare i prelati che sopportavano malamente quella ociosa dimora, e massime i poveri, a' quali bisognavano danari e non parole: per il che si risolsero di dare a spese del pontefice 40 ducati per uno a' vescovi di Nobili, di Bertinoro e di Chioza, che piú delli altri si querelavano: e temendo che quella munificenza non dasse pretensione per l'avvenire, si dichiararono che era per un sussidio e non per provisione. Scrissero al pontefice dandogli conto di tutto l'operato e mostrandogli la necessità di sovvenirgli con qualche maggior aiuto; ma insieme considerandogli che non fosse utile dar cosa alcuna sotto nome di provisione ferma, accioché i padri non paressero stipendiarii di Sua Santità, e restasse fomentata la scusa de' protestanti di non sottomettersi al concilio per essere composto de soli dependenti et obligati al papa.
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Monte Diego Nobili Bertinoro Chioza Sua Santità
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