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      [I legati chiedono avviso a Roma intorno a molte cose]
     
      Ma in Trento, fatta l'apertura non sapevano ancora, né i prelati, né i legati medesimi, che cosa si dovesse trattare, né che modo si dovesse servare. Perilché, dando conto delle cose fatte inanzi et in quella, scrissero i legati a Roma una lettera degna d'essere reportata in tutte le sue parti. Prima dicevano avere statuito la seguente sessione al giorno dopo l'Epifania, come termine da non poter essere tassato né di soverchia prolongazione, né di troppo brevità, acciò che fra tanto potessero esser avisati come doveranno governarsi nelle altre sessioni, sopra che desidera[va]no aver lume; e perché potrebbono esser interpellati ad ogni ora di diverse cose, le quali non avessero spacio d'avisare et aspettare risposta, ricercavano che se gli mandasse un'instruzzione piú particolare che fosse possibile, che sopra tutto desideravano essere avvertiti quanto al modo e forma di procedere e di proporre e risolvere, e quanto alle materie da trattare; dimandarono specialmente se le cause dell'eresie averanno da essere le prime e se si averanno da trattare generalmente o in particolare, dannando la falsa dottrina o le persone degli eretici famosi principali, o l'uno e l'altro insieme; se proponendo da' prelati qualche articolo di riforma, alla quale pare che ogni uno miri, si doverà trattarne insieme con l'articolo della religione, o prima, o dopo; se il concilio ha da intimare a' popoli e nazioni il suo principio, invitando i prelati e prencipi et essortando i fideli a pregare Dio per il buon progresso, o se Sua Santità vorrà farlo essa.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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