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      Per quello che tocca la estensione de' decreti, dovessero intitolare: la sacrosanta ecomenica e general sinodo tridentina, presedendo i legati apostolici. Ma quanto alla forma del dar i voti, essere ottime le raggioni loro di non introdurre di farlo per nazioni, e tanto piú, quanto quel modo non fu mai usato dall'antichità, ma introdotto dal constanziense e seguito dal basileense, che non si devono imitare: ma essendo il modo usato nell'ultimo lateranense ottimo e decentissimo, seguissero quello, potendo anco con quell'essempio recente e ben riuscito serrare la bocca a chi ne proponesse altro. E per quello che tocca la condanna degli eretici e le materie da trattare e delle altre cose da loro ricchieste, che opportunamente gli sarebbe dato ordine; tra tanto, secondo il costume degli altri concilii, si trattenessero nelle cose preambule; che la presidenza loro fosse mantenuta con quel decoro che conviene a' legati della Sede apostolica, procurando insieme col decoro dar anco sodisfazzione a tutti; ma sopra ogni cosa usando diligenza che i prelati non uscissero de termini della onesta libertà e riverenza verso la Sede apostolica. Era cosa piú urgente l'aiutare i prelati che potessero fare le spese: per questo mandò un breve nel quale essentava dalle decime tutti i prelati del concilio e gli concedeva la participazione di tutti i frutti et emolumenti in assenzia, tanto quanto se fossero stati presenti; mandò ancora 2000 scudi per sovvenire i vescovi indigenti, ordinando che si facesse senza avere rispetto che ciò fosse publicato, poiché risaputosi ancora, non poteva esser interpretato se non ufficio amorevole d'un capo del concilio.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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