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      Altri de' prelati dimandarono che la grazia fosse estesa anco a loro famigliari et a tutte le persone che si ritrovarebbono in concilio. I generali degli ordini parimente dimandavano l'istessa essenzione, allegando le spese che convenivano fare i loro monasterii per i frati condotti da essi al concilio. Catalano Triulzio, vescovo di Piacenza, arrivato 2 giorni prima, narrò publicamente che passando poco lontano dalla Mirandola era stato svaliggiato e dimandò che in concilio si facesse un'ordinazione contra quelli che impedivano o molestavano i prelati et altre persone che andassero al concilio. I legati, mettendo insieme questa proposta con la pretensione d'essenzione detta di sopra, considerarono quanto potesse importare che il concilio mettesse mano in simile materia, facendo editti per propria essaltazione, e che questo era un tentar gli arcani della ierarchia ecclesiastica; divertirono con molta destrezza, allegando che sarebbe parso al mondo una novità et un troppo rissentimento, et offerendosi di operare col pontefice che provedesse alla sicurezza delle persone et avesse considerazione alli famigliari de' prelati et a' frati; e cosí acquiettarono tutti.
     
     
      [Il concilio di Laterano proposto ad imitare a Trento. Contesa sopra 'l titolo]
     
      E passando alle azzioni conciliari, il cardinale del Monte narrò il modo tenuto nel concilio lateranense ultimo, nel quale egli intervenne arcivescovo sipontino. Disse che trattandosi allora della pragmatica di Francia, del schisma introdotto contra Giulio II e della guerra tra prencipi cristiani, furono fatte tre deputazioni de' prelati sopra quelle materie, accioché ciascuna congregazione, occupata in una sola, potesse meglio digerirla; che formati i decreti si faceva congregazione generale, dove ciascuno diceva il voto suo, e secondo quelli erano meglio riformate le risoluzioni, in modo che nella sessione le cose passavano con somma concordia e decoro; che piú molteplice era quello che da loro doveva essere trattato, avendo i luterani mosso ogni pietra per sovvertire l'edificio della fede; però che sarà necessario dividere le materie et in ciascuna ordinare congregazioni particolari per disputarle; far deputati a formare i decreti da esser proposti in congregazione generale, dove ogni uno dirà il parere suo; quale, acciò sia intieramente libero, essi legati avevano deliberato di fare solamente ufficio de proponenti e non dire il suo voto, ma questo fare nelle sessioni solamente.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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