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      Che tutti pensassero le cose necessarie da trattare per dover dare qualche principio, fatta la sessione che instava.
      Che allora proponevano, se piaceva loro che si publicasse nella sessione un decreto formato circa il modo di vivere cristianamente in Trento durante il concilio. Il qual letto col titolo: "la Sacrosanta", sí come fu da Roma mandato, fecero instanza i francesi che si dovesse aggiongere: "rappresentante la Chiesa universale", la qual opinione fu seguita da gran parte de' vescovi con universale assenso. Ma i legati, considerando che questo era titolo usato dal constanziense e basileense solamente, e l'immitargli era un rinovare la loro memoria e dargli qualche autorità et aprire porta all'ingresso delle difficoltà che la Chiesa romana ebbe in quei tempi, e, quello che piú importava, avvertendo che dopo avere detto: "rappresentante la Chiesa universale", averebbe potuto venire pensiero ad alcuni d'aggiongere anco le seguenti parole, cioè che tiene potestà immediate da Cristo, alla quale ciascuno, eziandio di degnità papale, è tenuto di ubedire, s'opposero gagliardamente e (come essi scrissero a Roma) con parole formali s'appontarono contra, non esplicando però a' padri le vere cause, ma solo con dire che erano parole ampullose et invidiose, e che gli eretici gli averebbono dato sinistra interpretazione; e s'adoperarono ciascuno d'assistere senza scoprir il secreto, prima con arte, e poi con lasciarsi intendere liberamente di non volerlo permettere, sí che fecero acquiettare il moto universale, se ben i francesi et alcuni altri pochi restarono fermi nella loro proposta.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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