Il vescovo di Feltre considerò che i protestanti avevano richiesto un concilio, dove con voto decisivo intervenissero essi ancora, e se si mettesse per titolo del concilio che egli rappresenti la Chiesa universale, caveranno di qui argomento: adonque debbono intervenirvi di tutti gli ordini della Chiesa universale, i quali essendo doi, clericale e laicale, non può esser intieramente rappresentata se l'ordine laicale è escluso. Ma del rimanente, anco quei che nella sessione assentirono al titolo semplice, furono d'openione che fosse supplito. Il vescovo di Santo Marco disse che impropriissimamente i laici si possono dire Chiesa, perché, come i canoni determinano, non hanno alcuna autorità di commandare, ma solo necessità d'ubedire, e questa essere una delle cose le quali doveva questo concilio decretare, che i secolari debbano umilmente ricevere quella dottrina della fede che gli è data dalla Chiesa, e non ne disputare, né meno pensarci piú oltre. E però aponto conviene usare il titolo che la sinodo rappresenta la Chiesa universale, per fargli sapere che essi non sono la Chiesa, ma debbono ascoltare et ubedire alla Chiesa. Molte cose furono dette e si passò inanzi senza piú ferma conclusione, con stabilire solamente che per la seguente sessione si usasse il titolo semplice come nella passata.
Questo finito, perché avevano fatto instanza certi prelati che ormai si dovesse venire alle cose sostanziali, per sodisfargli fu proposto da' legati che si pensasse sopra i tre capi contenuti nelle bolle del pontefice, cioè l'estirpazione delle eresie, riformazione della disciplina e stabilimento della pace; in che modo s'aveva d'entrare in quelle trattazioni, che via s'avesse da tenere e come s'avesse da procedere, e pregassero Dio che illuminasse tutti, e ciascuno dicesse il suo parere nella prima congregazione.
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