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      Alcuni altri ancora, tra quali furono i francesi, dimandavano che si mettesse per principale il capo della pace; che si scrivesse all'imperatore, al re Cristianissimo et agli altri precipi, rendendo grazie per la convocazione del concilio, per continuare il quale volessero stabilire la pace e coadiuvare l'opera con mandare loro oratori e prelati; e parimente si scrivesse amicabilmente alli luterani, invitandogli con carità a venire al concilio e congiongersi col rimanente della cristianità. I legati, uditi i pareri di tutti e lodata la loro prudenzia, dissero che per essere l'ora tarda e la deliberazione gravissima e le sentenzie varie, averebbono pensato sopra quanto era stato raccordato da ciascuno, e nella prima congregazione averebbono proposto i ponti per determinare.
      Fu preso ordine che le congregazioni si facessero due volte alla settimana, il lune et il venere, senza intimarle; et in fine l'arcivescovo d'Ais, avendo ricevuto lettere dal re Cristianissimo, salutò per suo nome la sinodo e promise che Sua Maestà presto mandaria un ambasciatore e molti prelati del suo regno; e qui la congregazione finí.
      I legati avisarono del tutto Roma, scrivendo che avevano portato inanzi la risoluzione delle cose trattate sotto li pretesti narrati, ma in verità per mettere tempo di piú in mezo, aspettando che potessero venir le instruzzioni et ordini come reggersi; supplicando Sua Santità di novo di far intendere la sua volontà, ponderando sopra tutte le altre considerazioni che l'allongare il concilio e tenerlo aperto, potendo abbreviarlo, non fa per la Sede apostolica; aggiongendo essere stati necessitati a stabilire due congregazioni alla settimana per tener i prelati in essercizio e levargli l'occasione di farne da loro stessi.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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