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      Il qual partito preso da loro, costretti da mera necessità, quando a Roma non fosse piacciuto, non averebbono potuto lamentarsi d'altri che di loro stessi, tante volte solecitati a rispondere alle lettere e mandare le instruzzioni necessarie.
      Fu poi deliberato di scrivere al pontefice, ringraziandolo della convocazione et apertura del concilio, supplicandolo a mantenerlo e favorirlo, et ad interporsi appresso a prencipi cristiani per il mantenimento della pace tra loro et eccitargli a mandar ambasciatori al concilio. Ordinarono anco di scrivere all'imperatore, al re di Francia, de' Romani, di Portogallo et altri re catolici per la conservazione della pace, per la missione degli ambasciatori, per l'assicurazione delle strade e perché eccitassero i loro prelati a comparire personalmente nel concilio; e la cura di scrivere queste lettere fu data al vescovo di San Marco, per essere lette e fermate nella futura congregazione.
      Diedero fuori li legati doi ponti sopra quali dovessero i padri avere considerazione e dir il voto loro: il primo, se nella sessione prossima si doveva pronunciare il decreto che sempre fossero trattati insieme i capi della fede e quelli della riforma correspondenti; il secondo, in che modo si ha da proceder in eleggere i doi capi et in trattargli et essaminargli. Pensarono i legati con queste proposizioni aversi scaricato dell'importuna ricchiesta d'alcuni di stabilire in ogni congregazione qualche cosa di sustanziale et insieme d'avere mostrato di tener conto de' prelati.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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