3 Che per avere l'intelligenza vera della Scrittura divina o per allegare le proprie parole è necessario aver ricorso a' testi della lingua originaria nella quale è scritta, e reprovare la tradozzione che da' latini è usata, come piena d'errori.
4 Che la Scrittura divina è facilissima e chiarissima, e per intenderla non è necessaria né glosa, né commenti, ma avere spirito di pecorella di Cristo.
5 Se contra tutti questi articoli si debbono formare canoni con anatemi.
Sopra i due primi articoli fu discorso da' teologi in 4 congregazioni, e nel primo tutti furono concordi che la fede cristiana si ha parte nella Scrittura divina e parte nelle tradizioni, e si consumò molto tempo in allegare per questo luoghi di Tertulliano, che spesso ne parla e molti ne numera, d'Ireneo, Cipriano, Basilio, Agostino et altri; anzi, dicendo di piú alcuni che tutta la dottrina catolica abbia per unico fondamento la tradizione, perché alla medesima Scrittura non si crede, se non perché si ha per tradizione. Ma vi fu qualche differenza come fosse ispediente trattare questa materia.
Fra Vicenzo Lunello franciscano fu d'opinione che, dovendosi stabilire la Scrittura divina e le tradizioni per fondamenti della fede, si dovesse inanzi trattare della Chiesa, che è fondamento piú principale, perché la Scrittura riceve da quella l'autorità, secondo il celebre detto di sant'Agostino: "Non crederei all'Evangelio, se l'autorità della Chiesa non mi constringesse", e perché delle tradizioni non si può aver uso alcuno, se non fondandolo sopra la medesima autorità, poiché, venendo controversia, se alcuna cosa sia per tradizione, sarà necessario deciderla o per testimonio, o per determinazione della Chiesa.
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