Disse anco che, se alcuno fosse di contraria opinione, averebbe due gran difficoltà da superare: l'una in dire in che consiste la differenza; l'altra, come i successori degli apostoli abbiano potuto metter in scritto quello che da Dio fu proibito; soggiongendo essere altretanto dura e difficile da sostenere l'altra, cioè per accidente esser occorso che alcuni particolari non siano stati scritti, poiché derogherebbe molto alla divina providenza nell'indrizzare i santi apostoli nella composizione delle scritture del Nuovo Testamento. Pertanto concludeva che l'entrar in questa trattazione fosse un navigare tra Scilla e Cariddi et essere meglio immitar li padri, quali si sono sempre valuti di questo luogo solo ne' bisogni, non venendo però mai in parere di formarne un articolo di competenza contra la divina Scrittura. Aggionse che non era necessario passar allora a fare nuova determinazione, poiché da' luterani, se ben hanno detto di non voler essere convinti salvo che con la Scrittura, non è però stata formata controversia in questo articolo, et essere ben attendere alle sole controversie che essi hanno promosse, e non metterne in campo di nuove, esponendosi a pericolo di fare maggior divisione nel cristianesmo.
A pochi piacque l'openione del frate; anzi dal cardinale Polo fu ripreso, con dire che quel parere era piú degno d'un colloquio di Germania, che condecente ad un concilio universale della Chiesa; che in questo convien avere mira alla verità sincera, non come là, dove non si tratta se non d'accordarsi et eziandio con pregiudicio della verità; per conservare la Chiesa essere necessario o che i luterani ricevino tutta la dottrina romana, o che siano scoperti quanti piú errori di loro si può ritrovare, per mostrare al mondo tanto piú che non si può convenire con loro; però se essi non hanno formato la controversia sopra le tradizioni, bisogna formarla e condannare le openioni loro e mostrare che quella dottrina non solo è differente dalla vera in quello dove professatamente gli contradice, ma in tutte le altre parti; doversi attendere a condannare piú assordità che si potran cavare da' scritti loro, et essere vano il timore di urtar in Scilla o Cariddi per quella cavillosa raggione, a quale chi attendesse concluderebbe che non ci fosse tradizione alcuna.
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