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      [Diverse openioni sopra 'l canone de' libri sacri]
     
      Nel secondo articolo le openioni furono conformi in questo, che secondo gli antichi essempii si facesse catalogo de' libri canonici, nel quale fossero registrati tutti quelli che si leggono nella Chiesa romana, eziandio quelli del Vecchio Testamento che dagli ebrei non sono ricevuti; e per prova di ciò fu da tutti allegato il concilio laodiceno, Innocenzio I pontefice, il III concilio cartaginense e Gelasio papa. Ma furono 4 openioni. Alcuni volevano che doi ordini fossero fatti: nel primo si ponessero quei soli che da tutti sono sempre stati ricevuti senza contradizzione; nell'altro quelli, quali altra volta sono stati reietti o di loro dubitato; e si diceva che, se ben ciò non si vede fatto precedentemente da nissun concilio o pontefice, nondimeno era sempre cosí stato inteso; perché sant'Agostino fa una tal distinzione e l'autorità sua è stata canonizata nel canone In canonicis, e san Gregorio, che fu posterior anco a Gelasio, sopra Iob dice de' libri de' Macabei che sono scritti per edificazione, se ben non sono canonici.
      Fra Aloisio di Catanea dominicano diceva che questa distinzione era fatta da san Gierolamo, ricevuto come regola e norma dalla Chiesa per constituir il canone delle Scritture, et allegava il cardinal Gaetano, il quale esso ancora gli aveva distinti, seguendo san Gierolamo come regola infallibile dataci dalla Chiesa, e cosí scrisse a papa Clemente VII, mandandogli l'esposizione sua sopra i libri istoriali del Vecchio Testamento.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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