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      Gli inquisitori non potranno piú procedere contra i luterani se non sapranno ebreo e greco, che subito sarà risposto da' rei che il testo non dice cosí e che la tradozzione non è fedele; et ogni novità e capriccio che verrà in testa a qualonque grammatico, o per malizia o per poca perizia delle cose teologiche, purché possi con qualche apice grammaticale di quelle lingue confermarlo, troverà fondamento, che mai si venirà al fine. Vedersi adesso, dopo che Lutero ha dato principio a far una tradozzione della Scrittura, quante diverse e contrarie tra loro sono uscite in luce, che meritavano essere in perpetue tenebre occultate, quante volte esso Martino ha mutato quella che aveva prima in un modo tradotto, che mai si è ristampata la tradozzione senza qualche notabile mutazione non d'un passo o doi, ma di centenara in una fiata; dando questa libertà a tutti, presto ridurrebbe la cristianità che non si saprà che credere.
      A queste raggioni, sentite con applauso della maggior parte, altri aggiongevano anco che, se la divina providenza ha dato una Scrittura autentica alla Sinagoga et un autentico Testamento Nuovo a' greci, non si poteva, senza derogargli, dire che la Chiesa romana, piú diletta, fosse stata lasciata senza tanto beneficio, e però che questo stesso Spirito Santo, qual dettò i libri sacri, abbia anco indettata questa traslazione, che dalla Chiesa romana doveva esser accettata. Ad alcuni pareva ardua cosa fare profeta overo apostolo uno, solamente per tradur un libro; però moderavano l'asserzione con dire che non ebbe spirito profetico o apostolico, ma ben uno a questo molto vicino.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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