Degl'abusi delle stampe si parlò, né vi fu molto che dire, sentendo tutti che fosse posto freno alli stampatori e fosse loro vietato stampare cosa sacra che non fosse approvata; ma che perciò bastasse quello che dall'ultimo concilio lateranense fu statuito.
Ma intorno le lezzioni e predicazioni s'eccitarono gravissime controversie. I frati regolari, già in possesso di queste fonzioni, cosí per privilegii ponteficii, come per averle essercitate soli per 300 anni, con tutte le forze operavano per conservarle; et i prelati, allegando che erano proprie loro et usurpate, pretendevano la restituzione; e perché non si contendeva qui d'openioni, ma d'utilità, oltre le raggioni erano da ambedue le parti adoperati gli effetti, e queste differenze erano per causare che al tempo della sessione niente fosse deciso: perilché i legati risolsero di differire questi doi punti ad un'altra sessione. Furono, secondo le risoluzioni prese, formati i doi decreti, e nella ultima congregazione letti et approvati con qualche eccezzioni nel capo dell'edizione volgata, in fine della quale il cardinal del Monte, dopo avere lodato la dottrina e prudenza di tutti, gli ammoní del decoro che conveniva usare nella publica sessione, mostrando un cuore et un'anima istessa, poiché nelle congregazioni le materie erano essaminate sufficientemente; et il cardinal Santa Croce, finita la congregazione, radunò quelli che avevano opposto al capo della volgata, e mostrò loro che non potevano dolersi, perché non era vietato, anzi restava libero il poter emendarla e l'avere ricorso a' testi originali, ma solo vietato il dire che vi fossero errori in fede, per quali dovesse essere reietta.
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Monte Santa Croce
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