Pagina (310/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma questa ultima opposizione nasceva da non sapere che già in concilio era fatta la deputazione di chi dovesse stabilire un essemplare emendato per la vera edizione volgata; il che per qual causa non fosse effettuato, al suo luogo si dirà.
      Ma veduti in Roma i decreti della sessione e considerata l'importanza delle cose trattate, pensò il pontefice che il negozio del concilio era da tener in maggior considerazione di quello che sino allora si era fatto, et accrebbe il numero nella congregazione de' cardinali e prelati a' quali aveva data la cura di considerare le cose occorrenti spettanti al concilio e riferirle; e per conseglio di questi, la prima volta congregati, ammoní i legati di tre cose. L'una di non publicare in sessione all'avvenire decreto alcuno, senza averlo prima communicato in Roma, e fuggir ben la sovverchia tardità nel caminar inanzi, ma guardarsi ben ancora maggiormente della celerità, come quella che poteva fargli risolvere qualche materia indigesta e levargli tempo di poter ricevere gli ordini da Roma di quello che si dovesse proponere, deliberare e concludere. La seconda di non consummare il tempo in materie che non sono in controversia, come pareva che avessero consummato nelle trattate per la prossima sessione, nelle quali tutti sono d'accordo e che sono principii indubitati. La terza d'avvertire che non si venga mai, per qual causa si sia, alla disputa dell'autorità del papa.
      A che essi risposero con prontezza d'ubedire a quanto Sua Santità commandava, parendo però loro che nelle cose definite vi sia poca discrepanza tra catolici et eretici, e che alcune delle Scritture del Testamento Vecchio e Nuovo, ricevute dal terzo concilio cartaginese, da Innocenzio I e da Gelasio, e nella sesta sinodo di Trullo, e dal concilio fiorentino, sono rivocate in dubio dagli eretici e, quello che è peggio, da alcuni catolici e cardinali, et ancora che le tradizioni non scritte erano impugnate da' luterani, quali a nissuna cosa piú attendevano che ad annichilarle, con dar ad intendere che ogni cosa necessaria alla salute sia scritta; e però, se ben questi doi capi sono principii, sono ancora conclusioni delle piú controverse e delle piú importanti che si avessero a decidere nel concilio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Roma Roma Roma Sua Santità Scritture Testamento Vecchio Nuovo Innocenzio I Gelasio Trullo