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      Ma come sia da lui ne' posteri e successivamente di padre in figlio trasmesso, con maggior fatica fu discorso: imperoché sant'Agostino, che aprí la strada agli altri, stretto dalla obiezzione di Giuliano pelagiano, che lo ricercava del modo come si potesse trasmetter il peccato originale quando l'uomo è concetto, poiché è santo il matrimonio e l'uso di quello, non peccando né Dio, primo autore, né i genitori, né il generato, per qual fissura adonque entra il peccato, altro non rispose sant'Agostino, se non che non era da cercare fissure dove si vedeva una patentissima porta, dicendo l'apostolo che per Adamo il peccato è entrato nel mondo; et in piú luoghi, dove di ciò occorse parlare, sempre sant'Agostino si mostrò dubioso, essendo anco irrisoluto se, sí come il corpo del figlio deriva dal corpo del padre, cosí dall'anima anco l'anima derivasse, onde essendo infetto il fonte, per necessità restasse anco il rivo contaminato. La modestia di quel santo non fu immitata da' scolastici, i quali avendo acertato per indubitato che ciascun'anima sia creata immediate da Dio, dissero che l'infezzione era principalmente nella carne, la qual da' primi genitori nel paradiso terrestre fu contratta o dalla qualità venenata del frutto o dal fiato venefico del serpe, la qual contaminazione deriva nella carne della prole, che è parte di quella de' genitori, e dall'anima è contratta nell'infusione, sí come un liquore contrae la mala qualità del vaso infetto, e l'infezzione esser causata nella carne per la libidine paterna e materna nella generazione.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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