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      [Il Catarino propugna una sua openione del peccato originale, contradetta dal Soto]
     
      Alla dannazione degli articoli non era chi repugnasse; ma fra Ambrosio Catarino notò tutte le raggioni per insufficienti, che non dicchiarassero la vera natura di questo peccato; lo mostrò con longo discorso. La sostanza del quale fu: esser necessario distinguere il peccato dalla pena d'esso; ma la concupiscenza e la privazione della giustizia esser pena del peccato; esser adonque necessario che il peccato sia altro. Aggionse: quello che non fu peccato in Adamo, è impossibile che sia peccato in noi; ma in Adamo nessuna delle 2 fu peccato, non essendo né la privazione della giustizia, né la concupiscenza azzioni d'Adamo, adonque né meno in noi; e se in lui furono effetti del peccato, bisogna ben che negli altri siano effetti. Per la qual raggione non si può meno dire che il peccato sia inimicizia di Dio contra il peccatore, né quella di lui verso Dio, poiché sono cose conseguenti il peccato e venute dopo quello. Oppugnò ancora quella trasmissione del peccato per mezo del seme e della generazione, dicendo che, sí come quando Adam non avesse peccato, la giustizia sarebbe stata transfusa non per virtú della generazione, ma per sola volontà di Dio, cosí conveniva trovare altro modo di transfondere il peccato. Et esplicò la sua sentenza in questa forma: che, sí come Dio statuí e fermò patto con Abrahamo e con tutta la sua posterità quando lo constituí padre de' credenti, cosí, quando diede la giustizia originale ad Adam et a tutta l'umanità, pattuí con lui in nome di tutti un'obligazione di conservarla per sé e per loro, osservando il precetto, il quale avendo transgredito, la perdette tanto per gli altri, quanto per se stesso et incorse le pene anco per loro; le quali, sí come sono derivate in ciascuno, cosí essa transgressione d'Adamo è anco di ciascuno; di lui come di causa, degli altri per virtú del patto; sí che l'azzione d'Adamo, peccato attuale in lui, imputata agli altri, è il peccato originale, perché peccando lui, peccò tutto 'l genere umano.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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