Adonque il peccato d'Adamo, sí come fu non solo proprio, ma anco d'Eva, cosí fu di tutta la posterità.
Ma fra Dominico Soto, per difesa dell'opinione di san Tomaso e degli altri teologi dalle obiezzioni del Catarino, portò una nuova dicchiarazione, dicendo che Adam peccò attualmente mangiando il frutto vietato, ma dopo restò peccatore per una qualità abituale che dall'azzione fu causata, come per ogni azzione cattiva si produce nell'anima dell'operante una tal disposizione per quale, anco passato l'atto, resta e vien chiamato peccatore; che l'azzione d'Adamo fu transitoria, né ebbe essere se non mentre egli operò; che la qualità abituale rimanente in lui passò in la posterità et in ciascuno si transfonde propria; che l'azzione d'Adamo non è il peccato originale, ma quell'abituale conseguente, e questa chiamano i teologi privazione della giustizia; il che si può esplicar considerando che l'uomo si chiama peccatore non solo mentre attualmente transgredisce, ma ancora dopo, sin tanto che il peccato non è scancellato, e questo non per rispetto delle pene o altre consequenze al peccato, ma per rispetto della transgressione medesima precedente; sí come quello che fa l'uomo curvo sin tanto che non si ridrizza e si dice tale non per l'azzione attuale, ma per quello effetto restato dopo quella passata, assomigliando il peccato originale alla curvità, come veramente è un'obliquità spirituale; essendo tutta la natura umana in Adamo, quando egli per la trasgressione del precetto si incurvò, tutta la natura umana, e per consequente ogni singolar persona, restò incurvata, non per la curvità di lui, ma per una propria a ciascuno, per la quale è veramente curvo e peccatore, sin tanto che per la grazia divina non si ridrizza.
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