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      Gli ambasciatori di Magonza e di Treveri si divisero dagli altri quattro, et uniti con tutti i catolici approvarono il concilio tridentino e supplicarono Cesare a proteggerlo et a persuader a' protestanti d'andarvi e sottomettersi a quello. A che dicendo essi in contrario in Trento non esser concilio libero, come fu domandato e promesso nelle diete dell'Imperio, di nuovo fecero instanza che Cesare volesse tener ferma la pace et ordinare che le cose della religione si stabilissero in un concilio legitimo di Germania, o veramente in una dieta dell'Imperio, overo in un colloquio di persone dotte dell'una e l'altra parte.
      Aveva l'imperatore in questo mentre fatto secretissime provisioni per la guerra, le quali, non potendo piú star occulte, vennero a notizia de' protestanti in dieta, e perché era fatta la pace col re di Francia e tregua per quell'anno col Turco, ogn'uno facilmente vedeva la causa; massime che si era sparsa la fama che anco il pontefice e Ferdinando s'armavano, onde ogni cosa si voltò in confusione; e vedendo Cesare essere scoperto, a' 9 di giugno spedí per le poste il cardinale di Trento a Roma, per dimandar al pontefice gli aiuti promessi; e mandò anco in Italia et in Fiandra capitani con danari per fare genti, e sollecitò i prencipi e capitani germani protestanti, non collegati con li smalcaldici, a seguire le sue insegne, affermando e promettendo di non volere fare guerra per causa della religione, ma per reprimere la rebellione d'alcuni, i quali sotto quel pretesto non vogliono conoscere le leggi, né la maestà del prencipe.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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