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      E chi per prerogazione non si lascierà consegliare ad eccettuare Abrahamo et aver per soda l'antica raggione che Cristo è senza peccato per essere nato de Spirito Santo senza seme virile, dirà che era meglio seguire il conseglio del savio e contenersi tra i termini posti da' padri. Aggiongevano che grand'obligo doveva il mondo portare al concilio che si sia contentato dire che confessa e sente restare ne' battezati la concupiscenza, che altrimente sarebbono costretti gli uomini a negare di sentire in loro quello che sentono.
      Nel decreto della riforma s'aspettava che fosse proveduto alli scolastici et a' canonisti: a questi, che danno le divine proprietà al papa sino a chiamarlo Dio, dandogli infallibilità e facendo l'istesso tribunale d'ambidue, con dir anco che sia piú clemente di Cristo; alli scolastici, che hanno fatto fondamento della dottrina cristiana la filosofia d'Aristotele, tralasciata la Scrittura e posto tutto in dubio, sino al metter questione se ci sia Dio e disputarlo da ambe le parti. Pareva cosa strana che si fosse stato sino a quel tempo a sapere che l'ufficio de' vescovi era predicare, che non s'avesse trattato di levar l'abuso di predicare vanità et ogni altra cosa, salvo che Cristo, che non fosse proveduto all'aperta mercanzia de' predicatori sotto nome di lemosina.
      Alla corte dell'imperatore, andata notizia de' decreti fatti, fu ricevuto molto in male che della riforma si fosse trattato cose leggiere, anzi non ricchieste dalla Germania, et in materia di fede fossero le controversie per il decreto risvegliate.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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