Fu anco un capitolo a parte, qual si tenne piú secreto, toccando il re di Francia: che, se durante quella guerra alcun prencipe cristiano avesse mosso arme contra l'imperatore, il papa fosse obligato perseguitarlo con le arme spirituali e temporali.
Pochi dí dopo scrisse il pontefice a' svizzeri invitandogli ad aiutarlo, avendo prima con ampiezza di parole mostrata la benevolenza sua verso loro et il dolore che sentiva perché alcuni d'essi s'erano alienati dalla sua obedienza; e ringraziato Dio di quelli che perseveravano, e lodati tutti che in questa differenza di religione stessero tra loro in pace, essendo per questa causa altrove varii tumulti, soggionse che per rimediar a quelli aveva ordinato il concilio in Trento, sperando che nissun dovesse ricusare di sottomettersegli; laonde teneva per certo che quelli di loro che sino a quell'ora perseveravano nell'ubedienza apostolica, obediranno al concilio, e gli altri non lo sprezzeranno; gli invitava anco a venirci, dolendosi che in Germania molti che si chiamano prencipi, superbamente sprezzassero e vituperassero il concilio, la cui autorità è piú divina che umana: il che aveva posto lui in necessità di pensare alla forza et arme; et essendo occorso che Cesare ha fatto l'istessa risoluzione, è stato necessitato di congiongersi con lui et aiutarlo col suo poter e della Chiesa romana a restituire la religione con le arme. Il qual suo conseglio e mente aveva voluto loro significare, acciò congiongessero seco i loro voti e rendessero alla Chiesa romana il pristino onore e gli somministrassero aiuti in una causa tanto pia.
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