I potentati d'Italia restarono stupefatti e desideravano nel papa la solita sua prudenza di tener la guerra lontana d'Italia et i prencipi oltramontani in equilibrio di forze, il qual in un punto stesso aveva operato cosa contraria ad ambidoi questi fini. Imperoché, se l'imperatore avesse soggiogata la Germania, restava l'Italia a sua discrezione, senza che la Francia bastasse ad opporsi a tanta potenza; se anco l'imperatore soccombeva, era manifesto l'ardore de' tedeschi di passarsene in Italia. E forse queste raggioni, passando per mente al papa, lo persuasero, conclusa la lega, ad assicurarsi, contrapesando la Germania con l'imperatore.
[Cesare vuole che sossista il concilio]
Ma Cesare, oltre il disgusto ricevuto per il giubileo, entrò anco in sospetto che il papa, ottenuto il fine suo di muover guerra a' protestanti, non procurasse la dissoluzione del concilio sotto pretesto di differirlo dopo la guerra finita, e sotto colore di pericoli per le arme che i protestanti preparavano in Svevia. Sapeva questa esser la mira di tutta la corte negoziata con lui per 25 e piú anni; sapeva la volontà de' vescovi congregati in Trento, eziandio de' suoi, esser inclinata all'istesso per i patimenti e disaggi, temeva che, se la separazione fosse seguita, i luterani se ne fossero valsi con dire che fosse stato congregato a fine di trovare pretesto di far loro la guerra, et i catolici di Germania pensassero che, deposti gli interessi della religione e della riforma, egli mirasse solo a soggiogare la Germania.
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