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      La forza di queste raggioni fece prima retirar alquanto quelli che la censuravano di temerità e condescender a conceder che si potesse aver qualche congettura, se ben non certezza per ordinario; condescendendo anco a dar certezza ne' martiri, ne' nuovamente battezati et a certi per special rivelazione, e da congiettura si lasciarono anco condur a chiamarla fede morale; et il Vega, che nel principio admetteva sola probabilità, vinto dalle raggioni et entrato poi a favorire la certezza, per non parer che alla sentenzia luterana si conformasse, diceva esservi tanta certezza che escludi ogni dubio e non può ingannare; quella però non essere fede cristiana, ma umana et esperimentale; e sí come chi ha caldo è certo d'averlo e senza senso sarebbe quando ne dubitasse, cosí chi ha la grazia in sé, la sente e non può dubitarne per il senso dell'anima, non per rivelazione divina. Ma gli altri defensori della certezza, costretti dagli avversarii a parlar chiaro se tenevano che l'uomo potesse averla o pur anco se fosse a ciò tenuto e se era fede divina o pur umana, si ridussero a dire che essendo una fede prestata al testimonio dello Spirito Santo, non si poteva dire che fosse in libertà, essendo tenuto ciascuno a credere alle rivelazioni divine, né si poteva chiamare fede se non divina.
      Et angustiati dall'obiezzione che, se quella è fede non ugual alla catolica, non esclude ogni dubio; se uguale, adonque tanto debbe il giusto credere d'essere giustificato, quanto gli articoli della fede, rispondeva il Catarino che quella era fede divina di ugual certezza et escludente ogni dubio, cosí ben come la catolica, ma non essere catolica essa; asseriva esser fede divina et escludere ogni dubitazione quella che ciascuno presta alle divine rivelazioni fatte a sé proprio; ma quando quelle sono dalla Chiesa ricevute, allora è fatta fede universale, cioè catolica, e che sola questa risguarda gli articoli della fede, la quale però nella certezza e nella esclusione del dubio non è superiore alla privata, ma la eccede solo nell'universalità; cosí tutti i profeti, delle cose da Dio rivelategli, aver prima avuta fede privata, delle quali medesime, dopo ricevute dalla Chiesa, hanno avuto fede catolica.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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