2 Nissun ha potestà di pensare male o bene, ma tutto avviene di necessità assoluta, et in noi non è libero arbitrio, ma l'asserirlo è una mera finzione.
3 Il libero arbitrio dopo il peccato d'Adamo è perduto, et è cosa di solo titolo, e mentre fa quello che è in sua potestà, pecca mortalmente, anzi è cosa finta e titolo senza cosa soggetta.
4 Il libero arbitrio è solamente nel far il male, ma non ha potestà di far il bene.
5 Il libero arbitrio mosso da Dio non coopera in alcun conto e segue come un istromento inanimato, overo un animale irrazionale.
6 Che Dio converte quei soli che gli piace, ancorché essi non voglino e recalcitrino.
Sopra i doi articoli primi si parlò piú in forma tragica che teologica: che la dottrina luterana era una sapienza frenetica; che la volontà umana, come è formata da loro, sarebbe una mostruosità; che quelle parole "cosa di solo titolo e titolo senza soggetto" sono portentose; che l'openione è empia e blasfema contra Dio; che la Chiesa l'ha condannata contra i manichei, priscillianisti et ultimamente contra Abailardo e Vigleffo, e che era una pazzia contra il senso commune, esperimentando ogni uomo la propria libertà; che non merita confutazione, ma, come Aristotele dice, o castigo o prova esperimentale. Che i medesimi discepoli di Lutero s'erano accorti della pazzia e, moderando l'assordità, dissero poi esservi libertà nell'uomo in quello che tocca le azzioni esterne politiche et economiche e quanto ad ogni giustizia civile, le quali è sciocco chi non conosce venire dal conseglio et elezzione, restringendosi a negar la libertà quanto alla sola giustizia divina.
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