Pagina (406/1561)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Per tanto credevano altri dicchiarare meglio dicendo che Dio regge e move ciascuna cosa secondo la natura propria, la qual nelle cose contingenti è libera e tale che, insieme con l'atto, sta la potestà all'opposito, onde insieme con l'atto de predestinazione, sta la potestà alla reprobazione e dannazione; ma questo era meno inteso che il primo.
      Gli altri articoli furono censurati con mirabile concordia; per il terzo e sesto asserendo esser stata perpetua opinione nella Chiesa che molti ricevono e conservano la grazia divina per qualche tempo, i quali poi la perdono et in fine si dannano. Era allegato l'essempio di Saul, di Salomone e de Giuda uno de' 12, cosa piú di tutti evidente per le parole di Cristo al Padre: "Ho custodito in tuo nome quelli che mi hai dato, de' quali non è perito se non il figlio del perdimento". Aggiongevano a questi Nicolò, uno de' 7 diaconi, et altri nella Scrittura prima commendati e poi biasimati, e per complemento d'ogni raggione il caso di Lutero. Contra il sesto particolarmente consideravano che quella vocazione sarebbe una derisione empia, quando chiamati, e niente mancando dal canto loro, non fossero admessi; che i sacramenti per loro non sarebbono efficaci, cose tutte piene d'assordità. Ma per censura del quinto si portava l'autorità del profeta, apunto contraria in termini, dicendo Dio: "Se il giusto abandonerà la giustizia e commetterà iniquità, non mi raccorderò de' suoi benefatti". S'aggiongeva l'essempio de David che commise l'omicidio et adulterio, di Maddalena, e di san Pietro che negò Cristo; si ridevano delle inezzie de' zuingliani, che dicessero insieme il giustificato non poter perder la grazia et in ogni opera peccare.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Dio Chiesa Saul Salomone Giuda Cristo Padre Nicolò Scrittura Lutero Dio David Maddalena Pietro Cristo