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      S'aggiongeva a questo che tutti i canoni erano composti recitando l'opinione dannabile e soggiongendo per causa della condanna i luoghi della Scrittura o la dottrina della Chiesa alla quale s'oppone, pigliata la forma dal concilio d'Oranges et a similitudine di quei del peccato originale nella sessione precedente. Ma riuscendo nella maggior parte la lezzione longa e tediosa, e la mistura di verità con falsità insieme e delle cose reprobate con le approbate, non facilmente intelligibile, raccordò opportunamente il Sinigaglia rimedio ad ambidoi gli inconvenienti, che era molto meglio separar la dottrina catolica dalla contraria e far due decreti: in una tutto continuatamente dicchiarar e confermar il senso della Chiesa, nell'altro condannar et anatematizare il contrario. Piacque a tutti il raccordo e cosí fu deliberato, e prima formati gli anatematismi separatamente, e poi data opera a formar l'altro decreto; e chiamarono questo il decreto della dottrina, e quello i canoni, il qual stile fu poi seguito anco nella seconda e terza ridozzione del concilio.
      S'affaticò sopra ogni credenza il Santa Croce per formar quei decreti, con evitare quanto fu possibile d'inserirvi alcuna delle cose controverse tra scolastici, e quelle che non poté tralasciare, toccandole in tal maniera che ogni una restasse contenta; in ogni congregazione che si faceva avvertiva tutta quella che da alcuna non era approvata e lo levava, overo racconciava secondo l'aviso, e non solo nelle congregazioni, ma con ciascuno in particolare parlava, intendeva i dubii di tutti et i pareri ricercava: variò con diversi ordini la materia, mutò ora una parte, ora un'altra, in tanto che gli ridusse nella forma nella quale sono, che a tutti piacque e da tutti fu approvata.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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