E sí come già nelle promozioni ecclesiastiche, considerato il bisogno della Chiesa, si provedeva di persona atta a quel ministerio, cosí dopo, considerate le qualità della persona, si provede di grado, degnità a emolumento che gli convenga; dal che è nata l'essercitare l'opera et il ministerio per sostituto. Questo abuso introdotto ha tirato per consequenza un altro seco, cioè riputarsi disubligato non solo di ministrare, ma anco di stare presente et assistere a quello che opera in suo luogo: e veramente, dove non è eletta l'industria della persona per l'opera, ma è provista di luogo e grado alla persona, non è raggione che sia astretta ad operare per se stessa, né assistere all'operante. Il disordine era tanto inanzi passato, che averebbe destrutto l'ordine clericale, se i pontefici romani non avessero in parte ovviato, commandando che i prelati et altri curati, quantonque per sostituti essercitassero il carico, fossero nondimeno tenuti all'assistenza del luogo che chiamarono residenza; al che anco volsero ubligare i canonici, non constringendo a questo gl'altri chierici beneficiati, né di loro parlando, ma lasciandogli alla consuetudine, anzi abuso introdotto, dal qual silenzio nacque che si riputarono disubligati; né a' pontefici dispiacque quel volontario inganno, ben vedendo che terminerebbe in grandezza della loro corte; e di qui venne la perniziosa e non mai a bastanza detestanda distinzione de beneficii di residenza e non residenza, la quale è seguita cosí nella dottrina, come nell'opera, senza nissun rossore dell'assordità che seco apertamente porta, cioè che sia dato titolo e salario senza obligazione; e p
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Chiesa
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