13 Parimente, che nissun può promettersi assoluta certezza di perseverare sino al fine, ma metter la speranza nell'aiuto divino, il quale continuerà non mancando l'uomo.
14 Che li caduti in peccato potranno riaver la grazia, procurando coll'eccitamento divino di ricuperarla per mezo della penitenzia, la quale è differente dalla battesmale, contenendo non solo la contrizione, ma la sacramental confessione et assoluzione sacerdotale, almeno in voto; et oltra ciò la satisfazzione per la pena temporale, la qual non si rimette sempre tutta insieme, come nel battesmo.
15 Che la grazia divina si perde non solo per l'infedeltà, ma per qualonque altro [peccato] mortale, quantonque la fede non sia per quello perduta.
16 Propone anco a' giustificati l'essercizio delle buone opere, per quale s'acquista la vita eterna, come grazia promessa dalla misericordia di Dio e mercede debita alle buone opere per la divina promessa. E conclude che questa dottrina non stabilisce una giustizia propria nostra, repudiata la giustizia di Dio, ma la medesima si dice nostra per esser in noi e di Dio, essendo da lui infusa per il merito di Cristo.
In fine, che per far sapere ad ogni uno non solo la dottrina da seguire, ma anco quella che debbe fugire, soggionge i canoni contra chi dice:
1 Che l'uomo può esser giustificato senza la grazia, per le forze della natura umana e per la dottrina della legge.
2 Che la grazia sia data per vivere bene con maggior facilità e meritare la vita eterna, potendo l'istesso il libero arbitrio, ma con difficoltà.
| |
Parimente Propone Dio Dio Dio Cristo
|