33 Che per questa dottrina sia derogato alla gloria di Dio e meriti di Cristo, e non piú tosto illustrata la gloria loro.
Dopoi ch'ebbi tessuta questa abbreviata narrazione del decreto, mi cadé in pensiero che fosse cosa superflua, poiché tutti li decreti di questo concilio sono in un volume stampati e nelle mani di tutti, e che potessi anco nella composizione delle azzioni seguenti rimettermi a quel libro, e fui per cancellare questo foglio. Poi considerai che ad alcuno fosse piú piacere in un solo libro leggere tutto continuato e chi averà piú caro vedere l'originale, potrà tralasciare questa mia abbreviazione; ho deliberato non mutare et anco nelle materie seguenti seguire lo stesso stile. E tanto piú, considerando il dispiacere che sento quando veggo in Senofonte o Tacito tralasciata la narrazione d'alcuna cosa a' loro tempi notissima, che non avendo modo di risaper al presente, mi resta incognita; e mi persuade a tener una massima: che mai un libro doverebbe riferirsi ad un altro. Però vengo alla somma del decreto della riforma.
[Decreto della residenza]
Il qual in sostanza conteneva:
1 Che volendo la sinodo emendare li depravati costumi del clero e popolo, stimava dover incomminciare da' prefetti delle chiese maggiori; però confidando in Dio e nel suo vicario in terra che quel carico sarà dato a persone degne et essercitate dalla puerizia nella disciplina ecclesiastica, gli ammoní a far il loro officio, qual non si può esseguire se non soprastando alla custodia d'esso; nondimeno molti, lasciata la mandra e la cura delle agnelle, vagano per le corti et attendono a' negozii secolari.
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