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      4 Che il ministro della confermazione non è il solo vescovo, ma qualonque altro sacerdote.
      Nelle congregazioni tutti i teologi convennero in asserire il settenario numero e dannare per eresia la contraria sentenzia, atteso il consenso universale delle scole, incomminciando dal Maestro delle sentenze che prima ne parlò determinatamente, sino a questo tempo. A questo aggiongevano il decreto del concilio fiorentino per gli armeni che determina quel numero, e per maggior confermazione era aggionto l'uso della Chiesa romana, dal quale concludevano che conveniva tenerlo per tradizione apostolica et articolo di fede. Ma per la seconda parte dell'articolo non concordavano tutti, dicendo alcuni che era assai seguire il concilio fiorentino, qual non passò piú inanzi; poiché il decidere i sacramenti proprii non essere né piú né meno, presuppone una decisione qual sia la vera e propria essenza e definizione del sacramento, cosa piena di difficoltà per le molte e varie definizioni portate non solo da' scolastici, ma anco da' padri; delle quali attendendo una, converrà dire che sia proprio sacramento quello che, considerando l'altra, doverà esser escluso dal numero. Essere anco questione tra i scolastici se il sacramento si possi definire, se abbia unità, se sia cosa reale overo intenzionale, e non esser cosa raggionevole in tanta ambiguità de' principii, fermare con tanto legame le conclusioni. Fu raccordato che san Bernardo e san Cipriano ebbero per sacramento il lavare de' piedi, e che sant'Agostino fa ogni cosa sacramento, cosí chiamando tutti i riti con che si onora Dio, et altrove, intendendo la voce piú ristrettamente che la proprietà non comporta, fece sacramenti soli quelli di che espressamente vien parlato nella Scrittura del Nuovo Testamento, et in questo significato pose solamente il battesmo e l'eucaristia, se ben in un luogo dubitò se alcun altro ve n'era.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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