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      L'istesso fa il sacramento della cresma e quello dell'estrem'onzione, quando ben l'infermo abbia perduta la cognizione. Ma s'un averà peccato mortale, nel quale perseveri attualmente overo abitualmente, per la contrarietà non riceverà grazia: non perché il sacramento non abbia virtú di produrla "ex opere operato", ma perché il recipiente non è capace, per esser occupato d'una qualità contraria.
     
     
      [Contrasto tra' domenicani e' francescani]
     
      Ma convenendo tutti in questo, erano differenti, perché i dominicani asserivano che, quantonque la grazia sia una qualità spirituale creata immediate da Dio, nondimeno ne' sacramenti è una virtú istromentale et effettiva, la quale causa nell'anima una disposizione per riceverla; e per tanto si dice che contengono la grazia; non che sia in loro come in un vaso, ma come l'effetto è nella sua causa, adducendo un sottil essempio: sí come il scalpello è attivo non solo nello scagliare la pietra, ma anco nel dar forma alla statua. I francescani dicevano non potersi capire come Dio, causa spirituale, per un effetto spirituale, che è la grazia, adoperi istromento corporeo: assolutamente negavano ogni virtú effettiva o dispositiva ne' sacramenti, dicendo che l'efficacia loro d'altro non viene, se non perché Dio ha promesso che qualonque volta sarà ministrato il sacramento, egli donerà la grazia; perilché si dice contenerla, come in segno efficace, non per virtú che sia in lui, ma per la divina promissione d'un'infallibil assistenza a quel ministerio; il quale per ciò è causa, perché quello posto, segue l'effetto, non per virtú che in lui sia, ma per promessa divina di donar la grazia allora, sí come il merito si dice causa del premio, non per attività alcuna.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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