Che la bontà del ministro non sia necessaria, fu l'articolo tanto ventilato da sant'Agostino in tanti libri contra i donatisti, che ebbero i teologi materia di parlare concordemente; et oltre quello, fu per fondamento principale allegato che l'articolo fu condannato dal concilio di Costanza fra gli errori di Giovanni Wiglef.
L'undecimo, tutti i voti furono per condannarlo, come contrario alla Scrittura, alla tradizione et all'uso della Chiesa universale.
Il duodecimo, delle forme de' sacramenti, fu distinto, come quello che doi sensi può ricevere: overo per forma intendendo le parole essenziali, secondo che si dice ogni sacramento aver la sua materia, l'elemento sensibile, e la forma, la parola; overo per forma intendendo tutta la formula o rito del ministerio, che include molte cose non necessarie, ma condecenti; e però consegliarono che se ne facessero due canoni: per il primo, fosse dannato per eresia chi dice che la forma possi esser mutata, essendo da Cristo instituita; ma per il secondo senso, se ben le cose accidentali possono ricevere mutazione, però quando alcun rito è introdotto con publica autorità, o ricevuto e confermato dall'uso commune, non debbe esser in potestà d'ogn'uno, ma solamente del pontefice romano, come capo universale di tutta la Chiesa, mutarlo, quando per qualche nuovo rispetto convenga.
Per il tredecimo, dell'intenzione del ministro, non potevano dissentire dal concilio fiorentino che l'ha per necessaria; ma che intenzione si ricerca era difficile da esplicare, per la varietà de' sensi umani circa il valore et efficacia de' sacramenti; perilché non può essere l'istessa intenzione di doi che abbiano diversa opinione.
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