Il decimosesto concludevano essere compreso negli articoli superiori, perché leverebbe la penitenzia, un altro de' 7 sacramenti. Ma l'ultimo tutti dissero esser contrario al proprio ministerio del battesmo, nel bel principio del quale vien avvertito il catecumeno che volendo andare alla vita eterna, è necessaria l'osservanza di tutti i commandamenti.
Per gli articoli circa la confermazione non vi fu alcuna differenza, per aver fondamento nel concilio fiorentino, il qual da tutti era allegato, e quello che nel terzo articolo si dice, che già i giovani rendessero conto della sua fede in presenza della Chiesa, generalmente fu deciso, con dire che, non usandosi in questi tempi, si doveva credere che mai per il passato fosse stato usato, perché la Chiesa non averebbe intermessa quella ceremonia. Furono portati molti luoghi de' concilii e scrittori antichi con menzione del crisma e di onzione, che non possono convenir ad instruzzione, né essame. Perilché conclusero dovere essere riputata vanissima l'ignoranza di chi vuol al presente, contra al commun senso di tutta la Chiesa, mutar un sacramento tanto principale in un rito che forse in qualche particolar luogo fu una volta usato, ma non mai fu universale, come l'onzione del crisma.
Sopra l'ultimo articolo fu molta difficoltà, per il fatto di san Gregorio papa che concesse quel ministerio a' semplici preti; nel che li francescani per la dottrina di san Bonaventura, che, seguito da Giovanni Scoto e dall'ordine loro, attribuiva al solo vescovo questo ministerio, avendo per nullo l'attentato da un prete (il che fu anco tenuto da papa Adriano VI) rispondevano che quella fu permissione e per quella volta sola, e contra il volere del papa per fuggire lo scandalo de quei popoli; overo che quell'onzione da Gregorio permessa non era sacramento della confermazione.
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