Erano commesse gravi essorbitanze nel numero de' beneficii commendati, tanto che in questo secolo, dopo nati i moti luterani e mentre tutto 'l mondo dimandava riforma, non ebbe rispetto, né vergogna papa Clemente VII del 1534, di commendare ad Ippolito cardinale de' Medici, suo nipote, tutti i beneficii di tutto 'l mondo, secolari e regolari, degnità e personati, semplici e curati vacanti, per 6 mesi dal dí che ne avesse presa la possessione, con facoltà di disponer e convertir in suo uso tutti i frutti. La qual essorbitanza, sí come fu il colmo, cosí ne' tempi inanzi non ardiva la corte valersi di questo, dando in commenda ad uno numero molto grande.
Però fu inventato di valersi, per paliar la pluralità, d'un altro uso antico trovato per buon fine, che è l'unione. Questa era usata prima, quando una chiesa era destrutta overo le entrate occupate, che si trasferiva quel poco rimanente al vicino insieme con il carico, facendo tutto un solo beneficio. L'industria del cortegiano trovò che anco fuor di questi rispetti s'unissero piú beneficii ad uno, sí che con collazione di quello la pluralità si copriva afatto, quantonque a favore di qualche cardinale o gran personaggio fossero uniti insieme 30 e 40 beneficii posti in diversi luoghi di cristianità. Nasceva però un inconveniente, che si diminuiva il numero de' beneficii, e la grazia fatta ad uno era poi fatta a molti che succedevano, senza che la meritassero et impetrassero, con gran danno della corte e della cancelleria; et in questo fu rimediato con sottile et argutissima invenzione di unire quanti beneficii al papa piaceva in una massa, durante solamente la vita di quello a cui era conferito, per la morte del quale [l'] unione s'intendesse ipso facto dissoluta et i beneficii ritornati nel suo stato primiero.
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Clemente VII Ippolito Medici
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