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      Con questa maniera si venne all'apice delle belle trovate, potendosi cosí conferir un solo beneficio in apparenza, che in essistenza ne tirava molti, e confessarsi come quello che disse avere rubato una briglia da cavallo, tacendo che fosse con quella imbrigliato l'animale.
     
     
      [Consulta de' rimedii a' detti abusi]
     
      Per rimediare alla pluralità era necessario levare l'uso di questi tre pretesti, il che era molto ben conosciuto da' prelati prudenti, onde alla prima proposta fu uniforme il parer di tutti, che fosse vietata e nissun, di qualonque condizione si voglia, potesse ottenere numero maggiore che di tre beneficii. Alcuni anco aggionsero, quando doi di quelli non ascendono alla somma di 400 ducati d'oro d'entrata, volendo che qualonque persona, quantonque sublime e graduata, fosse soggetta alla regola di non poter aver piú che uno, quando ascende a quella somma, o di doi, se quelli vi giongono, in fine non piú di tre o arrivino, o non arrivino: sopra che vi fu assai a disputare. Ma molto piú quando Alvise Lipomano, vescovo di Verona, aggionse che questo decreto fosse [esteso] a quelli che di presente allora possedevano numero maggiore, i quali, non eccettuato alcuno di qual si voglia grado et eminenzia, fossero costretti, ritenendone tre, renonciare gli altri, essendo in Italia fra 6 mesi, e fuori d'Italia fra 9 mesi; il che non facendo fossero senza altra dicchiarazione privati, e questo non ostante che i beneficii fossero uniti, overo commendati, o con qualonque altro titolo possessi.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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