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      5 Che si togliesse la pluralitā delle chiese minori, con proibirla non solo per l'avvenire, ma ancora per il passato, revocando tutte le dispense concesse, senza eccezzione de' cardinali o altri, se non per giuste e raggionevoli cause, d'esser prodotte e provate inanzi l'ordinario.
      6 Che le unioni ad vitam, eziandio le giā fatte, si revocassero tutte come indottive della pluralitā.
      7 Che ogn'uno che ha beneficio curato et altri beneficii che ricercano residenza, non residendo, incorra nella privazione, e nissuna dispensazione abbia da suffragare, se non in casi dalla legge permessi.
      8 Che qualonque ha beneficio curato, potesse esser essaminato dal vescovo e, trovato illiterato, vizioso, o per altra causa inabile, fosse privato, et il beneficio dato ad un degno per rigoroso essame e non a volontā degli ordinarii.
      9 Che nell'avvenire i beneficii curati non si dassero, se non con essamine et inquisizione precedente.
      10 Che nissun si promovesse a chiesa catedrale senza processo, il qual si facesse in partibus, almeno sopra i natali, vita e costumi.
      11 Che nissun vescovo potesse ordinare nella diocese dell'altro senza licenza dell'ordinario, e persone di quella diocese solamente.
      I legati si turbarono, non tanto vedendo posti a campo molti articoli, e tutti con mira di ristringere l'autoritā ponteficia et aggrandire l'episcopale, quanto per l'importanza del principio di dar in scritto le petizioni et unirsi molti insieme in una dimanda; e senza mostrare qual fosse il pensiero loro, solo allegando l'importanza della proposta, presero tempo a pensarvi sopra, dicendo che tra tanto non si starebbe in ozio, essendo da stabilire altri capi di riforma; e diedero minuto conto al pontefice di tutte le cose passate, aggiongendo che i prelati ogni giorno pigliavano libertā maggiore, che non si astenevano di parlare de' cardinali senza rispetto e dir palesamente che č necessario regolargli, e della Santitā Sua ancora con poca riverenza parlavano, che non dā se non parole e che usa il concilio per trattener il mondo in speranze e non per fare vera riforma: aggionsero che per l'avvenire sarebbe difficile tenergli in regola, che facevano spesse adunanze e congregazioni tra loro.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Santitā Sua