Tengo per fermo che quest'opera sarà da pochi letta et in breve tempo mancherà di vita, non tanto per difetto di forma, quanto per la natura della materia: di che ne ricevo documento per quello che veggo avvenuto alle altre simili. Ma a me, senza riguardo a perpetuità né diuturnità, basta che sia per giovare a qualch'uno, a quale, conoscendo io che sia per farne suo profitto, la mostrarò, con certezza che ne' tempi seguenti gli avvenirà quello che le congionture porteranno.
[Trattenimento delle due raunanze di Trento e Bologna. Prima sessione di Bologna]
I prelati restati in Trento erano molto sospesi, sinché dall'imperatore non vennero lettere in commendazione delle azzioni fatte da loro, contradicendo alla traslazione e rimanendo in Trento, con ordine espresso di fermarvisi e non partire da quella città. Consultarono tra loro se si doveva far alcun atto conciliare, e concordamente fu risoluto che sarebbe stato causa di scisma e da non tentare; solo studiare le materie, aspettando quello che l'opportunità avesse portato. Passavano qualche scritture tra i teologi di Trento e di Bologna. Questi affettatamente chiamavano la sinodo di Bologna, e quei la santa sinodo sia dove si voglia, e ne restano ancora diverse in stampa di Bologna. Fecero i legati et altri cardinali di Roma diversi ufficii a parte con alcuni de' rimasti in Trento per fargli andar in Bologna o almeno partire di là, e non gli riuscí di guadagnar altri che Galeazio Florimante, vescovo dell'Aquila. S'adoperarono anco acciò tutti i suoi partiti da Trento si trovassero alla sessione e venissero anco degli altri di piú; il che era facile per il gran commodo di far viaggio da Roma a quella città. Si fecero diverse congregazioni, nelle quali altro non fu trattato, se non come difendere la translazione per legitima, e le raggioni per mostrare che quei di Trento fossero tenuti ad unirsi con loro.
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