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      Et il 24 dell'istesso mese, ordinato l'essercito sopra il fiume Elb, detto da' latini Albi, venne a giornata; dove il duca elettore restò ferito e preso e l'essercito suo disfatto; onde indebolite le forze de' protestanti, il lantgravio fu costretto ad accommodarsi; e pochi dí dopo, essendosi interposti il genero Maurizio e l'elettore di Brandeburg, spontaneamente comparve. Il duca prima fu condannato a morte come rebelle, poi concessagli la vita con varie condizioni durissime, le quali tutte accettò, fuorché di sottomettersi al concilio nella causa di religione: e Cesare si contentò che, fermate le altre, questa fosse tralasciata. Al lantgravio anco furono proposte altre condizioni; tra quali questa una, di ubedire a' decreti del concilio di Trento; al che non consentendo, sottoscrisse di rimettersi ad un concilio pio e libero, dove fossero riformati il capo e le membra, come farebbe il duca Mauricio e l'elettor di Brandeburg; e rimasero ambidoi pregioni, il sassone perpetuo et il lantgravio a beneplacito di Cesare. Per questa vittoria l'imperatore, fatto patrone della Germania, s'impadroní di numero grande d'artegliaria e cavò dalle città e prencipi gran quantità di danari: e per dar forma pacifica alle cose acquistate con le arme ordinò una dieta in Augusta.
      Le quali cose afflissero grandemente il pontefice, che considerava l'Italia esser senza aiuto e restar a discrezione dell'imperatore. Si confortava però che sarebbe costretto, avendo vinto per forza, mantenersi anco con la medesima, e però non avrebbe potuto levare l'essercito di là cosí presto: tra tanto a lui restava tempo di poter trattare e convenire col nuovo re di Francia, con gli italiani, e mettersi in sicuro.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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