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      [Seconda sessione di Bologna con nuova dilazione]
     
      In Bologna i legati non sapevano ancora bene che dover fare, et il pontefice gli aveva commandato di non proceder ad azzione alcuna che potesse esser impugnata e partorisse qualche divisione, ma andassero trattenuti con differire le sessioni, e fra tanto far qualche congregazioni per non mostrar di star in ozio. Però non era facile pigliare buona forma di farle per discutere la materia dell'eucaristia, mancando i teologi principali, soliti trattare le cose di fede in Trento. Se ne fecero nondimeno alquante e parlarono diversi teologi, non però si formò decreti. Della riforma non occore dir altro, perché fu posta per allora in silenzio profondo.
      Venuto il 2 giugno, con le medesime cerimonie si celebrò la sessione, dove altro non si fece che prorogarla con decreto simile a quello della precedente; narrando che la sinodo l'aveva differita a quel giorno per l'assenzia de' padri che aspettava: onde volendo anco trattare con benignità verso di loro, aggiongeva una proroga sino a 15 di settembre, non dovendo tra tanto tralasciare l'essamine de' dogmi e della riforma, riservandosi di poter abbreviare et allongare il termine, eziandio nella congregazione privata.
     
     
      [Il papa in Francia è soddisfatto. In dieta Cesare dispuone la Germania a sottoporsi al concilio]
     
      In Francia non fu difficile al legato ottenere dal re quanto il pontefice poteva desiderare; poiché esso ancora non aveva minore gelosia della fortuna dell'imperatore, si trattò buona intelligenza con proposizioni molto secrette.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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