A padri tutti piacque che s'allongasse. Soggionse il cardinale che, dopo molto pensare, non avevano potuto trovar giorno certo dove fermar il piede; che quando erano in Trento, pensando di spedir il decreto della giustificazione in 15 giorni, furono forzati sudarvi 7 mesi continui, facendo anco spesse volte due congregazioni al giorno; che dove si tratta della fede e confonder gli eretici bisogna caminar col piè di piombo e spesso trattenersi longo tempo nella discussione d'una paroletta: non poter esser certo se vi sarà necessità di celebrar la sessione fra pochi giorni, o differirla anco molti mesi, però esser di parer d'allongar la sessione a beneplacito del concilio; questo senza dubio esser il miglior partito. E se alcun dicesse che sapendo il tempo prefisso, ordinerebbe meglio i fatti proprii, questi possono ben esser certi che fra pochi giorni si potrà veder che corso e progresso sia per aver la sinodo. Piacque a tutti che fosse prorogato a beneplacito del concilio, e furono licenziati.
[I prelati alemanni richiedono al papa di rimettere il concilio a Trento]
Questo giorno istesso i prelati di Germania, congregati nella dieta, cosí volendo Cesare, scrissero al papa dimandando che fosse ritornato in Trento il concilio. Era la lettera mista di preghiere e di minaccie: esponeva il cattivo stato e pericolo di Germania, al quale s'averebbe potuto proveder, se il rimedio del concilio fosse stato dato a tempo et in Germania, come era stato ricchiesto; perché avendo essi ample giurisdizzioni, non potevano longo tempo star lontani; e per quella stessa causa niuno era andato né a Mantova, né a Vicenza, e pochi a Trento, città, che essa ancora appartiene piú tosto all'Italia, specialmente al tempo della guerra.
| |
Trento Trento Germania Cesare Trento Germania Germania Mantova Vicenza Trento Italia
|