Non poter restar di scrivergli con dolore che in l'uno o in l'altro abbiano mancato e che egli sia stato avisato prima delle loro querele dall'imperatore, che da alcuno di loro, almeno per lettere o per noncii; e di questo officio tralasciato aver maggior causa di dolersi del cardinale, maggiormente obligato per la degnità del cardinalato. Ma poiché quello che egli aspettava che fosse fatto da loro è stato prevenuto da Cesare, il qual si è querelato per mezzo dell'ambasciatore suo che la traslazione del concilio sia nulla et illegitima, offerisce a loro prontamente quello che non gli averebbe negato se essi si fossero lamentati: cioè di udire le loro querele e conoscer la causa. E quantonque dovesse presuppor che la traslazione fosse legitima, nondimeno, per far l'officio di giusto giudice, si offeriva pronto ad udir loro e le raggioni che adduranno in contrario; che in ciò ha voluto anco tener conto della nazione spagnuola e delle loro persone, non volendo che prevalessero le grandi presonzioni che si dovevano aver contra di loro. Perilché, avendo col conseglio de' cardinali avvocato a sé la causa della traslazione del concilio, e commessa ad alcuni di essi per riferirla in consistorio, e chiamati tutti i pretendenti interessi, et inibito a' prelati di Bologna e di Trento di attentar alcuna cosa pendendo la lite, sí come nella scrittura, della quale manda copia, si conteneva, desiderando finir la causa quanto prima, gli commanda che, pretendendo la traslazione esser invalida, tre di loro almeno, ben informati, debbino assister nel giudicio et allegare le pretensioni loro e presentarsi perciò quanto prima, volendo che la presentazione fatta al cardinale et a doi o tre di loro, con l'affissione alle porte della chiesa di Trento, oblighi tutti, come se fosse personalmente intimata.
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Cesare Bologna Trento Trento
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