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      Ma finalmente risolvé di rimetter alla buona ventura quella deliberazione, alla quale si conosceva insufficiente, non tanto per le sudette cause, come per altri gravi rispetti che passavano in Germania.
     
     
      [Cesare fa, a dispetto del papa, formare lo scritto dell'"Interim"]
     
      Imperoché Cesare, col ritorno in Augusta del cardinal di Trento, intesa la mente del pontefice e la risposta che in fine di decembre diede al Mendozza, sopra la quale diede ordine della protestazione, come s'è detto, e stimando che, con ricercare la restituzione di Piacenza fosse posto il pontefice a divertire di parlare di concilio, restò certificato in se stesso che, vivendo quello, o non si farebbe, overo in ogni modo anderebbe la resoluzione in longo, e giudicò necessario, inanzi che disarmarsi, trovar via per metter pace della religione in Germania. Di ciò fu fatta proposizione in dieta, et ordinato che fossero elette persone atte a fare questa buona opera. Fu fatta scielta de' riputati migliori, quali non convenendo tra loro, finalmente fu rimesso tutto a Cesare. Egli elesse tre: Giulio Flugio, Michiel Sidonio e Giovanni Islebio. Questi, dopo longa consultazione, composero una formula di religione, la qual anco fu molte volte essaminata, riveduta e mutata, prima da loro stessi, poi da diverse persone dotte a' quali Cesare la diede a vedere, e furono chiamati alcuni ministri de' protestanti principali per fargliela approbare. Ma tante volte fu alterata e mutata, aggionta e sminuita, che ben dimostra esser opera di molte persone che tra loro miravano a fini contrarii.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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