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      Ma il cardinale Crescenzio, fatto prima gran fondamento sopra questa confidanza, aggionse non esservi alcun negozio umano dove non convenga correr qualche pericolo; la guerra dimostrarlo, che è l'apice delle umane azzioni, quale mai s'intraprende, sia pur con quanta sicurezza della vittoria si vuol, che non resti pericolo d'una perdita e destruzzione totale; né alcun negozio s'intraprende con tanta certezza di buon essito, che non possi per cause incognite o stimate leggieri precipitare in grand'inconvenienti. Ma chi è necessitato per evitar altri mali a condescender a qualche deliberazione, non debbe averci risguardo: le cose esser in un stato che, se il concilio non si fa, vi è maggior pericolo che il mondo et i prencipi scandalizati s'alienino dal pontefice e facciano piú de fatto che nel concilio con dispute e con decreti. Il pericolo si ha da correr in ogni modo; meglio è pigliar il partito piú onorevole e meno pericoloso. Ma esservi ben anco molte provisioni per divertirlo: come contener i padri in concilio occupati, quanto piú sarà possibile in altre materie et essercitargli sí che non abbiano tempo di pensare a questa; tenersi amorevoli molti, e gl'italiani massime, con gl'ufficii, con le speranze e co' modi altre volte usati; tener anco contrapesati i prencipi, nodrendo qualche differenze d'interessi tra loro, acciò non possino facilmente trattar un'impresa tal in commune, e trattandola uno, l'altro abbia interesse d'opporsegli; et altri rimedii occorrono sul fatto all'uomo prudente, con quali porta inanzi i negozii e gli fa svanire.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





Crescenzio