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      [Cesare in dieta s'adopera ch'al concilio si sottometta la Germania]
     
      Era Cesare, come di sopra s'è detto, in Augusta per far la dieta, la quale, se ben non era circondata da tante arme, come fu la precedente, nondimeno tuttavia era armata. Propose di proseguir il concilio di Trento e di servar l'Interim constituito nella dieta precedente, e di trovar modo alla restituzione de' beni ecclesiastici et alla redintegrazione della giurisdizzione. A' prencipi catolici piacque che il concilio si seguitasse, ma gli ambasciatori d'alcuni prencipi protestanti non consentirono, se non con queste condizioni: che le cose già determinate per inanzi in Trento fossero reesaminate; che i teologi della confessione augustana non solo fossero uditi, ma avessero anco voto decisivo; che il pontefice non fosse presidente, ma si sottomettesse esso ancora al concilio e rilasciasse il giuramento a' vescovi, acciò potessero parlar liberamente. Si lamentò l'imperatore co' protestanti che il suo decreto della interreligione non fosse da loro ubedito, e co' catolici che la riforma dell'ordine ecclesiastico non fosse esseguita: si scusarono questi, dicendo parte che bisognava caminar lentamente per fuggir le dissensioni, e parte con dire che gl'essenti, pretendendo privilegii, non volevano ubedire. I protestanti davano la causa al popolo, il quale, trattandosi della conscienza, si ammutinava e non si poteva sforzare. Di tutti questi particolari l'imperatore diede conto al noncio, narrato non solo il consenso de' catolici e del numero maggior de' protestanti, ma anco la limitazione proposta da quegli altri, acciò, se per altra via gli fosse andato ad orecchie, non facesse cattivo effetto.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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