Con questa maniera l'imperatore quietò gl'animi, et a 13 febraro si fece il recesso, publicando il decreto, il tenor del quale fu: che essendo proposta nella precedente dieta non esservi modo di componer le discordie di Germania per causa della religione, se non per mezo d'un pio e libero concilio generale, tutti gl'ordini dell'Imperio hanno confermato la proposizione e deliberato d'accettarla, approvarla e sottomettersegli; la qual cosa, non avendosi esseguita ancora, nella presente dieta è stata fatta la medesima proposizione e deliberazione. Perilché Cesare aveva operato e finalmente impetrato dal papa che rimettesse il concilio di Trento al primo di maggio dell'anno futuro; il che avendo il pontefice fatto et essendo la convocazione stata letta e proposta nella dieta, è cosa giusta che si resti nella medesima risoluzione d'aspettare con la debita obedienzia il concilio, et intervenire in quello, al quale tutti i prencipi cristiani assisteranno, et esso Cesare, come avvocato della santa Chiesa e defensor de' concilii, operarà tutto quello che si conviene al suo carico d'imperatore, sí come ha promesso; e per tanto notifica a tutti esser sua volontà che per l'autorità e potestà imperiale sia sicuro ciascuno che anderà al concilio di poter liberamente andare, stare e ritornare e proponer tutto quello che in sua conscienza giudicherà necessario; e per ciò starà ne' confini dell'Imperio et in luogo piú prossimo che si potrà; et ammonisce gl'elettori, prencipi e stati dell'Imperio, massime gl'ecclesiastici e quelli che hanno innovato nella religione, che si preparino per ritrovarsi là ben instrutti, acciò non possino aver alcuna scusa, dovendo egli aver cura che tutto possi legitimamente e con ordine et operare che si tratti e definisca ogni cosa pia e cristianamente, conforme alla Sacra Scrittura e dottrina de' padri.
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