E per quello che s'aspetta alla trasgressione de' decreti dell'interreligione e riforma, fatto certo che era impossibile superare le difficoltà, e che quanto piú si operava, tanto le cose piú peggioravano, acciò maggior confusione non nascesse, avvocò a sé ogni cognizione delle contravenzioni passate, incaricando però i prencipi et ordini dell'Imperio all'osservanza in futuro.
Il decreto veduto per il mondo, fu stimato, come era, un contraposto alla bolla del papa, a ponto in tutte le parti. Questo vuol indrizzar i concilii, quello vuol aver cura che tutto si faccia con ordine e giuridicamente; questo vuol presidere, e quello vuol che si decidi secondo la Scrittura e padri; questo vuol continuare, e quello vuol che ogni uno possi propor secondo la conscienza. In somma la corte non poteva digerir questo affronto e si doleva che fosse un'altra convocazione del concilio; ma il papa, con la solita piacevolezza, diceva: "L'imperatore m'ha reso la publicazione della bolla fatta senza di lui".
[Elezzione de' presidenti del concilio]
Entrato l'anno 1551, applicando il pontefice l'anima al concilio intimato, ebbe due principal mire: di mandare persone confidenti a presedervi e di far minor spesa che fosse possibile. Al fuggir la spesa consegliava che non si mandasse piú d'un legato; ma era con troppo carico della persona di quello: prima, il non aver appresso persona co' medesimi interessi, di che potersi confidare pienamente, e di tutto quello che si facesse dover esser stimato unico autore; per tutti i quali rispetti era necessario che il carico fosse compartito in piú persone.
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Imperio Scrittura Elezzione
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