Perilché il papa promulgò contra il duca un grave editto, citandolo a Roma e dicchiarando rebelle quando non comparisse, e dimandando aiuto all'imperatore contra di lui; il quale si dicchiarò d'approvare la causa del pontefice e con le arme difenderla; onde fu fatta apertura a manifesta guerra tra l'imperatore et il re di Francia, et a' disgusti grandi dell'istesso re col pontefice. Et in Sassonia, sopra l'Albi, fu tra sassoni e Brandeburg dato principio a ragionamenti d'una lega contra Cesare, per impedirlo dal soggiogarsi totalmente la Germania, come a sua luogo si dirà. Non ostanti queste et altre semenze di guerra, che in Italia nel principio d'aprile si vedevano già pullulare, volle il pontefice che il legato e noncii andassero a Trento e diede loro commissione che il primo maggio, giorno statuito, aprissero il concilio con quel numero che vi era, et eziandio senza numero alcuno, con l'essempio de' noncii di Martino V, che apersero il concilio di Pavia soli, senza intervento d'alcun prelato.
Libro quarto[maggio 1551 - agosto 1552]
[Prima sessione della seconda ridozzione del concilio in Trento]
Gionti in Trento i legati e noncii con compagnia d'alcuni prelati che da Roma gli seguirono, et arrivati altri prelati che poco dopoi gionsero sollecitati dal pontefice, nel giorno suddetto, ridottisi al solito tavolato nella chiesa catedrale che restava ancora in piedi, con le solite ceremonie fu cantata la messa dall'arcivescovo di Torre e, letta dal secretario la bolla del papa della convocazione et il mandato nelle persone de' presidenti, il celebrante lesse il decreto in forma interrogativa: "Padri vi piace che secondo la forma delle lettere ponteficie, il concilio di Trento si debbia reassumere e proseguire?
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