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      [Seconda sessione. Decreto di dilazione]
     
      Venuto il primo settembre, giorno deputato alla sessione, con la solita ceremonia s'andò alla chiesa, l'ordine della precedenzia fu: prima il cardinale legato, dopo il cardinale Madruccio, seguivano doi noncii e dopo essi gli due elettori, non essendo Colonia arrivato; dopo questi, due ambasciatori imperiali, non gionto l'archidiacono; seguiva l'ambasciatore del re de Romani e poi gli arcivescovi. Cantata la messa e finite le ceremonie ecclesiastiche, il secretario del concilio lesse un'essortazione per nome de' presidenti a' padri del concilio in questa sentenza: che della presenza de' 2 prencipi elettori essendo entrati in speranza che molti vescovi della medesima nazione e d'altre ancora dovessero intervenire al concilio, fra tanto, per il luogo sostenuto da loro, gli pareva necessario far un poco d'ammonizione a se medesimi et a loro (se ben vedevano tutti pronti a far l'ufficio di buoni pastori) per esser di gran momento quello che s'ha da trattare, che era estirpar l'eresie, riformar la disciplina ecclesiastica, la corrozzione della quale era stata l'origine delle eresie, e finalmente quietare le discordie de' prencipi. Che il principio dell'essortazione doveva esser preso dalla cognizione della propria insufficienza e dal refugio all'aiuto divino, il qual non è per mancar e già se ne vedono molti indicii, ma specialmente la venuta de' 2 prencipi. Che l'autorità de' concilii generali fu sempre grandissima, presedendo in loro lo Spirito Santo, et i loro decreti sono stimati non umani, ma divini; che di ciò è stato lasciato essempio dagl'apostoli e da' padri sussequenti, poiché per mezzo de' concilii sono stati dannati tutti gl'eretici e riformata la vita e costumi de' sacerdoti e del popolo e tranquillata la Chiesa discordante.


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Istoria del Concilio Tridentino
di Paolo Sarpi
pagine 1561

   





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